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Non odiare i media, diventa i media. Jello Biafra

CAMDEN Fringe Intervista:

Quando avete iniziato a mettere insieme lo spettacolo?

Abbiamo iniziato a considerare questo libro di Georges Bataille come ispirazione della nostra performance butoh circa un anno fa.

Dimmi un pò di “Ho sognato un fiore”, che cosa possiamo aspettarci?

Dirty rappresenta la libertà, senza passato né futuro e la follia della vita. La performance sarà un omaggio alla libertà e alla follia. Abbiamo iniziato nel 2003 eseguendo “Qualcosa fra” ispirato all’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, continuiamo portando in scena la leggerezza della follia con “Ho sognato un fiore”.

Come si è formato lo spettacolo?

Il titolo della nostra performance viene da una poesia di Georges Bataille all’interno di “Ho sognato un fiore”. La poesia fa all’incirca così: ho sognato di un fiore che rappresenta il nostro amore. Un fiore che come l’amore non muore mai.

Cosa c’era in “L’azzurro del cielo” di Georges Bataille che vi ha spinto entrambi a creare il vostro spettacolo?

Leggendo “L’azzurro del cielo” abbiamo considerato che c’era molto materiale per la nostra performance butoh. Dirty rappresenta la libertà e la follia della vita. Questo libro è molto butoh nel senso che ogni pagina è un omaggio alla follia, alla folle vita. In Dirty ho riconosciuto Flavia Ghisalberti e il suo modo di vivere. Esattamente quello che il butoh rappresenta per noi, il naturale, spontaneo, folle modo di vivere. Quando ho letto il libro mi sono detto: “questo personaggio è Flavia, Dirty e Flavia sono molto vicini, la stessa persona”.

Quali sono le sfide più grandi che avete in merito a questo spettacolo?

Si tratta di una prima così la sfida più grande è rappresentata da questo aspetto. E’ un soggetto molto legato alle nostre precedenti performances.

Cosa c’era nell’attività performativa che vi interessava così tanto?

In Between Butoh nasce come gruppo nel 2003 sul progetto Something In Between, progetto legato alla psichiatria e agli aspetti della vita legati alla sensibilità di tutti. Una sensibilità spesso frustrata.

Qual è stato il primo spettacolo che hai visto che ti ha spinto a creare il teatro?

E’ stato uno spettacolo teatrale all’interno di un ospedale psichiatrico di Roma. E ’stato fantastico perché c’erano due livelli di realtà e follia: un brano di teatro che rappresentava la follia all’interno di un vero ospedale psichiatrico, dove le persone realmente sono state internate, abusate e dove hanno perso la loro libertà e molte volte la loro vita.

4 parole per descrivere il vostro nuovo spettacolo?

Anticonvenzionale, controverso, folle, sperimentale.

Qual è stato il miglior consiglio che hai dato?

Le nostre performances non sono per essere capite: sono per essere percepite. E il pubblico percepisce innanzitutto con i sensi e con gli organi. E’ questo il senso rivoluzionario delle nostre performances butoh. Mettere il pubblico di fronte a se stesso. Per sentire quello che ha nascosto profondamente dentro se stesso.

Chi è stato la vostra più grande ispirazione?

Antonin Artaud come scrittore è stata la più grande ispirazione con “Il Teatro e il suo doppio”. Masaki Iwana, Tatsumi Hijikata e Kazuo Ohno come danzatori butoh.

E infine, cosa sperate la gente porterà via dal vostro spettacolo?

Spero che le persone possano riconoscersi guardando le nostre performances e che possano portar via un pò più di loro stessi.

Niger Asije